Obiettivo del Programma di Ricerca
Gli obiettivi del programma sono
presentati brevemente per le quattro aree tematiche in cui
si articola. Per i dettagli si vedano i progetti delle
cinque UR. Un obiettivo strumentale, ma con un autonomo
rilievo, è lo sviluppo di appropriate basi di dati, anche
tramite studi-pilota di integrazione di microdati da fonti
diverse. Per esso si rimanda ai programmi delle UR.
(A) VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DI POLITICHE: ASPETTI
METODOLOGICI
Il tema metodologico trasversale agli studi di caso
descritti nel seguito – e, in generale, a studi
osservazionali che vogliono stabilire relazioni di
causa-effetto – è quello del controllo dei cosiddetti
fattori “confounding”. In sintesi, il punto è come sia
possibile stabilire l’effetto netto di una politica –
cioè a dire, l’effetto specificamente attribuibile
all’intervento in questione – in uno studio
osservazionale.
Il problema sorge perché in un tale studio, a differenza
che negli studi sperimentali – scarsamente praticabili
nelle scienze sociali –, l’analista non ha alcun
controllo sul processo di assegnazione dei soggetti al
gruppo degli esposti alla politica (‘trattamento’) e al
gruppo dei non esposti (‘confronto’); si limita ad
osservarne gli esiti. Il problema consiste nello stabilire
in che misura le differenze osservate nella variabile
risultato tra il gruppo di ‘trattamento’ e quello di
‘confronto’ sono un effetto della politica. L’impatto
della politica è definito come differenza tra l’evento
fattuale – la condizione sperimentata dai ‘trattati’
– e l’evento controfattuale – la condizione che gli
stessi ‘trattati’ avrebbero sperimentato se la politica
non avesse avuto luogo.
L’ovvio problema operativo che emerge è che l’evento
controfattuale è, per definizione, non osservabile. In
termini generali, la soluzione consiste in un’analisi del
contesto economico-istituzionale e della stessa politica
nonché in un’analisi del comportamento dei soggetti
interessati, volta a mettere in luce le caratteristiche del
processo di selezione, in virtù del quale certi soggetti
risultano esposti alla politica mentre certi altri ne
risultano esclusi (per scelta o per imposizione). Come
risultato di tale analisi, risulta possibile (i)
congetturare sulle differenze di composizione dei due
gruppi, di ‘trattamento’ e di ‘confronto’, e
conseguentemente (ii) procedere alla rilevazione di
informazioni utili al controllo di tali differenze. In
definitiva, la credibilità delle stime dell’impatto di
una politica si gioca sulla capacità dell’analista di
ricostruire correttamente il processo di selezione (e, a
questo fine, sulla possibilità di ottenere informazioni
utili a tenere sotto controllo le differenze tra i due
gruppi originate da tale processo).
L’impiego di metodi statistico-econometrici appropriati è
strettamente legato alle caratteristiche dell’informazione
disponibile. L’obiettivo è di approfondire
caratteristiche e potenzialità di impiego di – e, se del
caso, sviluppare – metodi di valutazione che, in prima
approssimazione, potremmo chiamare ‘non parametrici’:
metodi, cioè, che non poggiano su forti, sovente
arbitrarie, assunzioni sulla forma funzionale di modelli
matematici chiamati ad approssimare il fenomeno in
questione, e che sono quindi in grado di produrre inferenze
‘robuste’ (Rettore Trivellato e Martini, 2003).
Accanto – e complementare – alla valutazione
d’impatto, vi è la questione di come le analisi di
valutazione si colleghino con l’analisi costi-benefici e
con l’economia del benessere. Gli studi di valutazione
forniscono stime dell’impatto di politiche in genere
limitate al breve periodo, sovente tralasciandone gli
effetti al contorno; dunque, restano nell’ambito di
un’analisi di equilibrio parziale. Tra un’analisi di
equilibrio parziale e quella di equilibrio generale resta
molto spazio da riempire, ed è sul terreno a cavallo tra
“impact evaluation” e analisi costi-benefici che il
gruppo, in particolare l’UR di Torino, procederà con
approfondimenti metodologici.
Infine, nell’ottica di approntare strumenti per esercizi
simulativi utili soprattutto in sede di (ri)disegno di
politiche, l’UR di Torino sperimenterà l’utilizzo di
modelli di microsimulazione per valutare ex-ante gli effetti
di medio-lungo periodo di alcune delle politiche
considerate.
Unità coinvolte: tutte.
(B1) VALUTAZIONE DI ALCUNE POLITICHE DELLA FORMAZIONE E
DEL LAVORO
Le politiche della formazione e del lavoro delle quali
il gruppo studierà l'impatto su opportune variabili
risultato sono le seguenti: (a) i corsi di formazione
professionale; (b) le politiche per il diritto allo studio
(c) i contratti di lavoro atipici introdotti in Italia nella
seconda metà degli anni ’90; (d) le Liste di Mobilità;
(d) la legge che liberalizza gli accessi nel settore del
commercio al dettaglio. Trattandosi di politiche che
direttamente o indirettamente hanno implicazioni su vari
aspetti della carriera lavorativa successiva al
coinvolgimento nell’intervento – tra gli altri, stabilità
del lavoro, sua remunerazione, rischi di infortunio - ne
viene l’esigenza di disporre di adeguate basi di dati
longitudinali, nelle quali risultino visibili storie
lavorative individuali dei soggetti ‘trattati’ dalle
varie politiche e di adeguati gruppi di confronto per un
arco di tempo il più lungo possibile. Il problema verrà
affrontato sia ricorrendo ad archivi amministrativi (INPS,
INAIL, Netlabor), sia ricorrendo a sequenze di “waves”
di indagini correnti (RTFL).
Unità coinvolte: Firenze, Padova, Piemonte
Orientale, Torino.
(B2) VALUTAZIONE DI ALCUNE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLE
IMPRESE
Le politiche di sostegno alle imprese che il gruppo
studierà sono: (a) un insieme di programmi di incentivi
finanziari e/o di sgravi fiscali mirati a favorire
investimenti, in impianti e macchinari o in R&S, da
parte di imprese; (b) politiche di aiuto alle imprese, ivi
comprese forme di programmazione negoziata, mirate alle aree
meno sviluppate o di declino industriale.
La valutazione verrà svolta mirando a mettere in luce,
secondo gli obiettivi dichiarati dei vari interventi, i
risultati occupazionali conseguiti, la natura e la qualità
degli investimenti svolti, l’impatto di questi ultimi
sull’efficienza delle imprese.
Il supporto informativo necessario allo svolgimento degli
studi è variabile. Come per gli studi di caso in (B1), per
gli interventi per i quali hanno rilievo la sopravvivenza
delle imprese e la loro capacità di creare occupazione è
essenziale disporre di basi di dati micro longitudinali. A
queste si provvederà ricorrendo agli archivi amministrativi
INPS e ad informazioni Infocamere integrate da indagini
locali “ad hoc”. Diverso il caso degli studi mirati
all’accertamento delle caratteristiche degli investimenti
svolti. Qui si farà uso delle informazioni rilevate
nell’ambito di indagini di Capitalia.
Unità coinvolte: Firenze, Piemonte Orientale,
Salerno.
(B3) VALUTAZIONE DI ALCUNE POLITICHE DI WELFARE
Le politiche di welfare che il gruppo studierà sono
due: (a) il Reddito Minimo di Inserimento (RMI) e più in
generale le politiche di contrasto alla povertà e
all’esclusione sociale; (b) le politiche di sostegno alla
fecondità e - connesso e sullo sfondo a questo - il tema
dell’effetto causale dell’istruzione sulla fecondità.
Sono politiche piuttosto eterogenee quanto a finalità, ma
accomunate da problemi di valutazione simili quanto al
profilo metodologico, per le quali – a nostra conoscenza
– non esiste ad oggi alcun apprezzabile tentativo di
quantificazione degli effetti.
Il supporto informativo risulta dalla combinazione di
microdati da fonti statistiche ufficiali (Censimento, RTFL,
indagine Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie) e dal
reperimento di informazioni ad hoc risultanti
dall’implementazione dei singoli provvedimenti.
Unità coinvolte: Padova, Torino.
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